DESCRIZIONE DELL'AREA DI INTERVENTO Il tratto Firenze sud – Incisa Valdarno dell’autostrada A1 Milano – Roma – Napoli si colloca interamente entro la Provincia di Firenze, attraversando i comuni di Bagno a Ripoli, Rignano sull’Arno ed Incisa in Valdarno. Il tracciato autostradale inizia a sud della città di Firenze, in comune di Bagno a Ripoli, attraversa quindi il torrente Ema all’altezza dell’abitato di Ponte a Ema per dirigersi in salita verso il valico in corrispondenza dell’abitato di San Donato in Collina, lambendo gli abitati di Antella prima e Osteria Nuova poi. Superato il valico di San Donato, con l’attraversamento in sotterraneo in corrispondenza delle omonime gallerie, il tracciato entra dapprima in comune di Rignano sull’Arno e successivamente in comune di Incisa Valdarno, caratterizzato dalla lunga discesa in sponda sinistra del fiume Arno, correndo di fatto parallelamente al tracciato della SP n.1 “Aretina”, che interseca in corrispondenza dell’abitato di Palazzolo. L’intervento si chiude quindi poco prima dell’attraversamento del Fiume Arno, in corrispondenza dell’omonimo viadotto. In pratica il tratto in esame attraversa, mediamente, in senso circa ONO-ESE e poi, nell’ultima parte, in direzione vicina alla NO-SE, le ultime propaggini settentrionali dei Monti del Chianti. Più in generale la zona si pone a cavallo della catena del Pratomagno e dei Monti del Chianti, i quali costituiscono una dorsale-spartiacque diretta in senso N-S tra il Fiume Arno ed il suo importante tributario di sinistra Torrente Ema. Dal punto di vista orografico si tratta di una zona di medio-bassa collina, le cui massime quote superano di poco i seicento metri, mentre quelle minime, all’altezza del Fiume Arno, superano di poco gli 80 metri s.l.m. Nella parte settentrionale del tratto il tracciato attraversa l’estremità sud-orientale del bacino di Firenze, percorrendo, per poco, la valle del Torrente Ema, il quale è separato dall’Arno da modeste colline, dolcemente modellate, che raggiungono, al massimo, i 150 metri s.l.m. Lasciata la valle dell’Ema, il tracciato attraversa (in galleria) la dorsale sopra citata, costituita dalle propaggini settentrionali dei Monti del Chianti, per poi terminare all’altezza del Fiume Arno. Una parte del territorio in oggetto, soprattutto in corrispondenza delle zone più elevate, è coperto da vegetazione arborea; una parte, alle quote più basse, è coltivato o intensamente urbanizzato. Per ciò che riguarda l’aspetto geologico-strutturale, l’assetto dell’area imprime ai bacini una geometria fortemente asimmetrica (semi-graben), caratterizzata da un margine molto acclive in corrispondenza del sistema di faglie principali e da una “rampa” poco inclinata sul margine opposto, il quale risulta interessato da sistemi di faglie minori. La geometria dei bacini e la morfologia delle loro sponde hanno notevolmente influenzato l’architettura e la distribuzione delle facies sedimentarie dei bacini. Si osserva che il tratto di interesse comprende tre diverse strutture: • l’estremità orientale del Bacino di Firenze, orientato principalmente in direzione ONO-ESE; • la dorsale corrispondente alla parte settentrionale dei Monti del Chianti, orientata all’incirca in direzione N-S; • il Bacino del Valdarno superiore, orientato in senso NO-SE. Le formazioni affioranti nella zona d’interesse sono raggruppabili in tre Unità tettonico-stratigrafiche, che dal basso verso l’alto sono: 1. Unità Cervarola – Falterona; 2. Unità di Monte Morello; 3. Complesso neogenico – quaternario; Un quarto gruppo di depositi è quello costituito da frane, alluvioni in evoluzione e corpi detritici. L’Unità Cervarola - Falterona è costituita principalmente da arenarie silicoclastiche, alternate a siltiti, argilliti e marne. Lo spessore degli strati è molto variabile. L’Unità di Monte Morello risulta sovrapposta tettonicamente all’Unità Cervarola – Falterona ed è costituita essenzialmente da una formazione prevalentemente argillitico-calcarea (Formazione di Sillano), da una di tipo prevalentemente arenaceo (Pietraforte) e da una calcarea e calcareo - marnosa (Formazione di Monte Morello s.s.). I depositi neogenico – quaternari si sono deposti in discordanza al di sopra delle unità sopra citate. Essi sono costituiti da depositi fluvio lacustri deposti durante diverse fasi successive e pertanto risultano separati fra loro da discordanze angolari, hiatus deposizionali e superfici erosive estese su tutto il bacino. I principali corsi d’acqua naturali interessati dal tracciato autostradale sono: • Torrente Ema; • Fosso Massone; • Fosso del Burchio. Nel tratto Firenze sud – Incisa viene descritto un solo bacino principale interessato dall’intervento di progetto, ovvero quello caratterizzato dalla maggiore superficie sottesa in corrispondenza dell’opera di attraversamento: il Torrente Ema è attraversato dal tracciato autostradale di progetto in corrispondenza del km 302+000, in prossimità dell’abitato di Ponte a Ema, in Comune di Bagno a Ripoli. La superficie sottesa alla sezione di chiusura risulta di circa 100 km2. La forma del bacino risulta tozza con la dimensione più estesa in direzione NO-SE; la tipologia strutturale del drenaggio presenta situazioni di tipo sub dendritico. I corsi d’acqua interessati risultano tutti compresi nel bacino idrografico del fiume Arno. In totale sono stati verificati circa 50 attraversamenti comprese due deviazioni di corsi d’acqua a seguito della realizzazione dell’area di cantiere di sbocco (carreggiata nord) della Galleria San Donato e dell’area di deposito in corrispondenza del Fosso Piscinale. 
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