IL PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE Aspetti generali, finalità e requisiti del Piano di Monitoraggio Il Piano Integrato di Monitoraggio Ambientale (PMA versione marzo 2012) è stato redatto e strutturato innanzitutto sulla base delle indicazioni presenti nel Decreto VIA di riferimento, oltre che delle Linee Guida emanate dal Ministero dell’Ambiente; tiene conto inoltre delle informazioni presenti nello Studio di Impatto Ambientale (SIA) del progetto in esame, nell’ambito del quale è stata condotta un’analisi dettagliata di tutte le componenti ambientali potenzialmente impattate dai lavori di realizzazione dell’intervento in oggetto. Il monitoraggio ambientale è strutturato in tre fasi operative: • Ante Operam: un anno di monitoraggio prima dell’inizio dei lavori di realizzazione dell’opera; • Corso d’Opera: monitoraggio per tutta la durata ddi realizzazione dell’opera; • Post Operam: al termine dei lavori programmata all’interno del primo anno di esercizio dell’opera in progetto. Il Piano Integrato di Monitoraggio Ambientale si prefigge gli obiettivi di operare un’azione di controllo sul territorio al fine di valutare gli effetti della costruzione delle opere autostradali fino alla loro entrata in esercizio, nonché l’efficacia delle opere di mitigazione. Le attività di monitoraggio sono state programmate anche tenendo conto delle informazioni presenti negli Studi di Impatto Ambientale (SIA) dei progetti in esame, nell’ambito del quale è stata condotta un’analisi dettagliata di tutte le componenti ambientali potenzialmente impattate dai lavori di realizzazione dell’intervento in oggetto. Il Piano di Monitoraggio risulta pertanto articolato su quattro settori ambientali principali: antropico , idrico, naturale, assetto fisico del territorio, paesaggistico e beni culturali. Settore Antropico Dato il tipo di lavorazioni previste per la cantierizzazione e la realizzazione del progetto, quali la realizzazione di rilevati, il deposito temporaneo di materiale, lo scavo delle gallerie e l’infissione di pali, oltre al passaggio di mezzi pesanti lungo la viabilità di servizio e di cantiere, in corrispondenza dei ricettori interferiti dalle lavorazioni ora indicate si provvederà alla verifica della qualità dell’aria, del clima acustico e vibrazionale, quest’ultimo inteso sia come disturbo alle persone, sia come danno alle strutture. È stata quindi definita e strutturata una rete di monitoraggio ambientale dedicata ai suddetti aspetti e suddivisa nelle seguenti componenti ambientali: Atmosfera, Rumore e Vibrazioni. Settore Idrico Gli interventi previsti in corrispondenza di ponti, viadotti e attraversamenti fluviali, con la realizzazione di opere in alveo, quali sistemazioni spondali, guadi provvisori e ampliamento di pile e spalle e la presenza di interventi di rimodellamento morfologico di alcune zone con significativi movimenti di materiale, richiedono una particolare attenzione al controllo e al monitoraggio dei corsi d’acqua, con particolare riferimento agli aspetti di qualità delle acque e degli ecosistemi fluviali. All’interno del Piano di Monitoraggio Ambientale è stata quindi prevista la componente ambientale legata a tali aspetti, denominata nel seguito Acque Superficiali ed Ecosistemi Fluviali. La presenza nel progetto di importanti opere in sotterraneo (galleria San Donato), in grado di alterare il regime di flusso idrico sotterraneo, unitamente ad una leggera criticità idrogeologica dovuta all’interferenza di tali opere con l’acquifero presente nella formazione del Sillano (ammasso di nel complesso dotato permeabilità relativamente basse), ha reso inoltre necessario l’inserimento all’interno del PMA della componente Acque Sotterranee. Settore Naturale Il tratto interessato dall’ampliamento della terza corsia dell’autostrada A1, nel tratto Firenze Sud e Incisa Valdarno è caratterizzato principalmente dall’attraversamento del sistema collinare-montuoso che delimita a nord il gruppo dei rilievi del Chianti. Pur essendo presente una certa disomogeneità geomorfologica i tipi di paesaggio che si incontrano possono essere ricondotti ad un’unica grande categoria, che comprende i rilievi posti a sud, sud-est di Firenze fino alla zona di Incisa nel Valdarno. All’interno di quest’ampia unità di paesaggio si distinguono: il paesaggio dei fondovalle dei torrenti Ema e Antella; il paesaggio dei fondovalle dei corsi d’acqua ‘Borro S. Donato – Borro S. Giorgio – Borro del Querceto’ e dei corsi d’acqua ‘Fosso di Troghi - Fosso delle Formiche - Fosso del Selceto’, rispettivamente a nord e a sud di S. Donato in Collina; il paesaggio del fiume Arno; il paesaggio del rilievo sito in sponda destra d’Arno, in località Ciliegi. All’interno dei paesaggi esistenti si distinguono una serie di ecosistemi caratterizzati da propri e specifici popolamenti vegetazionali e faunistici sottoposti a pressioni ed interazioni antropiche simili. La vegetazione naturale e seminaturale lungo il percorso è rappresentata da formazioni boschive, tutte più o meno intensamente sfruttate dall'uomo, e dai relativi stadi di degradazione (arbusteti, prati). Lungo i corsi d'acqua sono presenti talvolta formazioni riparie a sviluppo più o meno lineare. Il paesaggio collinare immediatamente a sud di Firenze è caratterizzato soprattutto da aree urbanizzate e coltivazioni arboree, in particolare oliveti. Successivamente, nella zona alto-collinare del Poggio di Firenze – Monte Pilli/Monte Cucco, pur restando sempre notevoli le superfici coltivate, si ha un maggior grado di copertura forestale. Procedendo ancora verso meridione, il percorso autostradale si snoda su colline sempre più basse e più ricoperte da vegetazione artificiale, fino a raggiungere, dopo l’abitato di Palazzuolo, il fondovalle dell’Arno, ad andamento subpianeggiante, occupato in maggioranza da coltivazioni ed insediamenti urbani ed industriali. Gli impatti principali sulla componente floristico-vegetazionale sono da attribuire alla sottrazione di habitat dovuta alla costruzione del nuovo tracciato ed alle opere accessorie (cantieri e viabilità di servizio) ed ai cambiamenti ambientali stazionali indotti da alterazioni indirette come la modifica delle condizioni di umidità del suolo, l’inquinamento idrico ed atmosferico o a modifiche dell’esposizione alla luce. Relativamente alla fauna gli impatti maggiori sono da attribuire, come per la vegetazione, alla sottrazione di habitat, all’effetto barriera che l’infrastruttura e le opere accessorie possono determinare, dal disturbo indotto dalle lavorazioni e dall’inquinamento atmosferico ed idrico. Per controllare le dinamiche vegetazionali e faunistiche si è quindi approntato un programma di rilievi idoneo alla verifica di tali fenomeni. Assetto fisico del territorio Alcune opere in progetto (trincee, viadotti, rilevati, gallerie) interferiscono con aree interessate da fenomeni franosi, attivi e/o quiescenti. Il rischio di innesco di movimenti gravitativi, in seguito all’esecuzione di scavi, provvisori o definitivi, e l’intervento di rimodellamento morfologico richiedono una specifica attenzione. In tale ottica, all’interno del Piano di Monitoraggio Ambientale è stata prevista un’attività di monitoraggio geotecnico e definita una rete di rilevazione strumentale di superficie in corrispondenza di aree particolarmente vulnerabili e di ricettori considerati sensibili. Paesaggio e Beni Culturali All’interno del territorio interessato dal tracciato autostradale sono presenti beni archeologici, architettonici e paesaggistici tutelati, inoltre, data la tipologia dell’intervento, che necessita di ingenti opere di scavo estese ad ampie porzioni territoriali, tutte le fasi esecutive di tali opere devono essere precedute da costanti controlli archeologici (studi, analisi, rilievi, indagini, saggi). Il monitoraggio della componente paesaggio e beni culturali prevede pertanto l’acquisizione di una serie di dati e analisi di tipo sia qualitativo, che quantitativo, articolata come segue: Elaborazione di cartografie tematiche relative ai beni culturali e paesaggistici sottoposti a tutela sulla base di specifico provvedimento e ricadenti nel bacino di influenza dell’opera in progetto per l’intero suo sviluppo (compresi i tratti in galleria); Beni Archeologici – esiti dei controlli archeologici in corso d’opera e delle indagini archeologiche preventive, documentati tramite rilievi grafici e fotografici, relazioni di sintesi, posizionamento sulla relativa cartografia tematica; Beni Architettonici (per i siti individuati) – redazione progressiva dei testimoniali di stato, monitoraggio topografico e vibrazionale; Beni Paesaggistici (per i siti individuati) – foto-inserimenti, rilievi fotografici, aggiornamenti e integrazioni progressive, elaborati di dettaglio esecutivo relativi alle opere di mitigazione paesaggistica. |